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ECOCOLORDOPPLER

L’ecocolordoppler è un esame diagnostico non invasivo che consente di visualizzare i principali vasi sanguigni e studiare il flusso ematico al loro interno.
Il Dott. Michele Andretta esegue i seguenti tipi di ecocolordoppler:
– ecocolordoppler dei tronchi sovraortici (screening di patologie carotidee, diagnosi di patologie carotidee, prevenzione dell’ictus);
– ecocolordoppler aorto-iliaco e arterioso degli arti inferiori (aneurismi, arteriopatie obliteranti degli arti con claudicato, necrosi, gangrene);
– ecocolordoppler venoso degli arti inferiori (varici, trombosi/flebiti, insufficienza venosa);
– ecocolordoppler venoso degli arti superiori (trombosi/flebiti);
– ecocolordoppler arterioso arti superiori (arteriopatie, Raynaud, sindrome dello stretto toracico).

Dopo una breve valutazione anamnestico/clinica, l‘esame, assolutamente indolore (il principio è quello di un’ecografia), richiede un tempo di circa 15 minuti e prevede la valutazione in stazione eretta e supina o solo supina (ecocolordoppler dei tronchi sovraortici), consentendo un’elevata percentuale di diagnosi corretta ed evitando ulteriori accertamenti strumentali ben più costosi e invasivi.

COME VIENE EFFETTUATO L'ESAME?

Attraverso gli ultrasuoni trasmessi da una sonda (trasduttore) posizionata sul torace, permette la ricostruzione e la visualizzazione del cuore su di uno speciale computer (ecocardiografo).

COSA SI PUÓ STUDIARE CON UN ECOCOLORDOPPLER?

I vasi più frequentemente studiati con la metodica ecocolordoppler sono le carotidi e le vertebrali, arterie e le vene delle gambe, i grossi vasi arteriosi e venosi dell’addome, le arterie e le vene degli arti superiori (meno frequente), il cuore con le arterie che da esso partono. Lo sviluppo di questa metodica ha rivoluzionato la diagnostica delle malattie vascolari e cardiache con la possibilità di rilevare e monitorare nel tempo: Stenosi arteriose, Stenosi venose, Aneurismi, Trombosi venose superficiali e profonde, Insufficienza venosa.

QUANDO ESEGUIRE UN ECOCOLORDOPPLER DEI GROSSI VASI ADDOMINALI?

L’Ecocolordoppler addominale permette di escludere la presenza di dilatazioni (aneurismi) o restringimenti (stenosi o occlusioni) a carico dell’aorta addominale.
Solitamente si consiglia di eseguire questo accertamento intorno ai 60 anni perché proprio in questa fascia di età si ha la maggior incidenza di questa problematica. Da sottolineare che, solitamente, la presenza di un aneurisma dell’orta non si manifesta con alcun sintomo e che, quindi, solo un ecografia o ecocolordoppler è in grado di scoprirlo.
Per favorire l’esecuzione dell’esame è preferibile, nei due giorni precedenti l’accertamento, seguire una dieta priva di scorie, perché i grossi vasi addominali si
trovano dietro all’intestino che, se pieno di aria, non permette una buona visione dei vasi retro peritoneali. Anche la forte obesità può rappresentare un ostacolo per la buona visualizzazione dei vasi sia aortici che iliaci, sia arteriosi, che, a maggior ragione, i venosi.

QUANDO ESEGUIRE UN ECOCOLORDOPPLER ARTERIOSO AGLI ARTI?

Questo tipo di accertamento è particolarmente indicato quando sono presenti patologie come diabete ed ipertensione o quando ci si trova di fronte a pazienti forti fumatori, ipercolesterolemici, sedentari. L’esame risulta particolarmente utile qualora il medico si accorga della mancanza dei polsi arteriosi periferici, nel caso il paziente lamenti dolori alle gambe,ai polpacci,ai glutei, che compaiono dopo alcuni metri percorsi a piedi (claudicatio).

QUANDO ESEGUIRE UN ECOCOLORDOPPLER VENOSO AGLI ARTI?

Questo accertamento è utile quando un arto aumenta di volume e diventa più duro alla palpazione. L’esame permette di scongiurare la presenza di una trombosi di un vaso venoso del circolo profondo, una condizione potenzialmente mortale se non prontamente diagnosticata. L’ecocolordoppler risulta fondamentale nello studio delle varici venose delle gambe, risultando decisivo per scegliere il trattamento più indicato. L’esame permette di evidenziare insufficienze venose che altrimenti passerebbero inosservate o permette di confermare la presenza e l’estensione di eventuali processi trombotici che possono colpire le vene del circolo venoso superficiale.
Lo stesso può dirsi per le vene degli arti superiori anche se queste vengono interessate molto meno frequentemente da questo tipo di patologie.

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